Lo Spaventapasseri e la luna. Conversazioni di sana follia di Oliviero Beha

Un avvincente dialogo con la…luna, in un mondo in cui le cose accadono sempre più in fretta e cambiano con estrema velocità. La voce di una “sana follia” che raccoglie ed interpreta eventi, mediante un racconto senza tempo, cercando di coinvolgere chi lo ascolta, sia esso il pubblico o...la luna.
In un mondo che uccide i pastori erranti non prevedendoli più neppure in poesia, la Luna è costretta a scendere tra i mortali e come in una sorta di "Mille e una notte" del terzo Millennio a Roma si traveste di volta in volta da qualcosa o da qualcuno per parlare con la gente e della gente. Come faceva il Califfo dell'epoca, a Bagdad, così fa la Luna cercando sintomi di sana follia nella apparente sanità mentale data dalla statistica dei comportamenti comuni. Aberranti, a volte, peraltro. Alla fine, quando sfatta e ridotta a un quarto di essa, a una falcetta quasi impalpabile, sta per entrare in un'eclissi di umore/amore/onore nei confronti del de-genere umano che ha incontrato, in particolare nella versione degenerone romanesco, uno squarcio di speranza: incontrerà un vivacissimo e mobilissimo Spaventapasseri che rovescerà in positivo tutto l'orrido in cui la Luna si era affacciata. A sorpresa, essa si svelerà come la Luna, a sorpresa allora lo Spaventapasseri getterà la maschera e mostrerà il volto del pastore errante.

Regia: Rosario Galli

Organizzazione: Carlo Dilonardo

Consulenza artistica: Carlo Prinzhofer

A cura di Associazione Culturale Teatri & Culture