Tempere della Sala delle Vedute di Napoli

Fra le decorazioni superstiti del Casino meritano una descrizione più accurata ed un’analisi più attenta quelle della “Sala da pranzo”, restaurate con un intervento che ha ridato corpo ai dipinti, eseguiti a tempera, particolarmente rovinati a causa dell’umidità.

La volta presenta una decorazione a finto cielo, in quanto, durante i lavori di riassetto del 1925, finalizzati alla realizzazione di una stanza al piano superiore, sono andate perdute le decorazioni, a cui aveva lavorato Natale Carta, raffiguranti “le tre grazie”.

Sala da pranzo

Sulle pareti, dipinte da Giovan Battista Caretti, troviamo raffigurate vedute del Golfo di Napoli, viste attraverso un peristilio a doppio rango di colonne corinzie e rappresentate con l’effetto prospettico sfondato, chiaro riferimento all’arte Rinascimentale.
Sulle sovrapporte dei due ingressi che immettono nella sala, troviamo riquadri con greche a chiaroscuri e sfondi ottagonali con vedute delle principali rovine di Pompei: una con l’anfiteatro, l’altra con il Viale dei Sepolcri.
La prima veduta, entrando nella sala, sulla destra, raffigura uno scorcio del Golfo di Salerno, riconoscibile per il piccolo belvedere ornato da una colonna.
Ai piedi della colonna compare un gruppo di persone e, accanto a loro, due donne in costume tradizionale.

Sulla parete di fronte, da destra a sinistra del portale che conduce all’esterno in direzione della Via Nomentana, sono rappresentate due vedute di Napoli.
La prima, a destra, raffigura la collina di Pizzofalcone con il monte Echia e la chiesa dell’Annunziata, alla base vi è il borgo di S.Lucia, dove appaiono dei pescatori intenti a riparare le reti ed accudire barche, alcuni venditori con banchetti, un bimbo che gioca con un cerchio ed un soldato che si avvicina a due signore.
In primo piano, deteriorate dall’umidità, sono dipinte alcune vele colorate.
La veduta alla sinistra dell’ingresso raffigura la Passeggiata di Chiaia e riprende numerose rappresentazioni della stessa realizzate a cavallo tra il 700 e l’800.
In essa sono chiaramente identificabili i due padiglioni di ingresso che fungono da propilei, la folta alberatura dei viali e l’animata presenza di personaggi, fra cui alcuni cavalieri.

Alla sinistra di chi viene dalla Galleria c’è un ampio scorcio del Golfo di Napoli preso dalla Marinella in direzione di Castel S.Elmo.
La scena è popolata da pescatori intenti a lavorare su una barca adagiata sulla riva, sulla strada alcune persone scacciano dei cani sotto lo sguardo di una donna che tiene per mano un bambino.Sul mare si scorgono alcune vele e lungo la riva sono raffigurati agglomerati edilizi.

L’ultima scena, sulla parete d’ingresso che confina con la Galleria, è posta al centro tra le due porte sormontate dalle due piccole vedute di Pompei e raffigura il Vesuvio, visto da Posillipo, sullo sfondo di un paesaggio essenzialmente marino.
Anche qui sono raffigurate numerose barche a vela, in gran parte deteriorate dall’umidità e dai lunghi anni di abbandono.